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Introduzione al Buddismo

Postato da il gen 29, 2013 in BUDDISMO, CONOSCERE SE STESSE | 0 commenti

Monica Rosso

 

 

 Buddismo“Il Buddismo affronta il mistero della vita spiegando la relazione fra la vastità del cosmo e la profondità dello spirito umano. Si occupa quindi dell’infinita potenzialità dell’essere umano, fornendo un mezzo per manifestarla e quindi usarla per superare le sofferenze della vita”

(Daisaku Ikeda – filosofo buddista e guida della Soka Gakkai )

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Riproponiamo l’articolo di Monica Rosso: INTRODUZIONE AL BUDDISMO

Postato da il gen 29, 2013 in BUDDISMO, CONOSCERE SE STESSE | 0 commenti

Monica Rosso

 

 

 Buddismo“Il Buddismo affronta il mistero della vita spiegando la relazione fra la vastità del cosmo e la profondità dello spirito umano. Si occupa quindi dell’infinita potenzialità dell’essere umano, fornendo un mezzo per manifestarla e quindi usarla per superare le sofferenze della vita”

(Daisaku Ikeda – filosofo buddista e guida della Soka Gakkai )

 

Il Buddismo è nato per rispondere ad una fondamentale esigenza di tutti gli esseri umani: come superare le sofferenze e vivere un’esistenza realizzata e felice. Nell’India del  500 a. C. Siddharta, dopo anni di ricerche e meditazioni, intuì finalmente la causa del problema: gli uomini soffrono perché la loro visione della realtà è falsata. Di conseguenza, spesso le loro azioni li portano inconsapevolmente verso l’infelicità. Affrontano l’esistenza come chi si muove nell’oscurità con una piccola candela che rischiara a malapena ciò che li circonda. Tutt’intorno un mondo di ombre, incertezze, paure, passi falsi, sofferenze. L’essere umano ha però la possibilità di illuminare il suo cammino. Ecco allora il termine Budda (in sanscrito, “illuminato”).

Siddharta (o Shakyamuni, “il saggio dei Shakya” dal nome del suo popolo), nell’arco di oltre 40 anni di predicazione, insegnò la via per illuminare la propria esistenza e vivere in armonia con l’ambiente. Nel Sutra del Loto, uno dei suoi ultimi insegnamenti,  egli  rivela l’esistenza di una forza vitale universale che genera, permea e regola tutti i fenomeni della vita. Ogni essere umano, indipendentemente da razza, sesso, cultura ed epoca in cui vive, possiede questa condizione vitale illuminata che egli definisce Buddità, così come possiede i diversi stati vitali che caratterizzano le forme della natura umana (collera, avidità, gioia, sofferenza ecc..).

La Buddità è il potenziale per sviluppare una energia positiva illimitata che porta ad uno stato di felicità consentendo di superare le sofferenze umane e di sviluppare una naturale compassione per gli altri.

Nel Giappone del XIII secolo un giovane monaco, Nichiren Daishonin, visita i principali templi buddisti delle diverse correnti e scuole coesistenti in quel tempo. Con il desiderio di comprendere le varie dottrine  buddiste egli avviò un lungo lavoro di studio e ricerca che dopo quindici anni lo portò a stabilire un nuovo tipo di pratica, basata sugli insegnamenti del Budda Shakyamuni e sulle successive interpretazioni date da studiosi indiani, cinesi e giapponesi. Nichiren affermò che l’essenza di questa dottrina è contenuta nella frase Nam-myoho-renge-kyo (Myoho-renge-kyo è il titolo del Sutra del Loto nella sua versione cinese del 406 d.C., riconosciuta come la più completa e autorevole fra le traduzioni).

La recitazione di questa frase risveglia progressivamente la natura illuminata insita in ogni individuo e libera un’energia interiore positiva che consente di vedere e vivere la realtà in modo nuovo. La frase recitata tocca ognuno di noi nella profondità irraggiungibile dall’io razionale, in una dimensione interiore ascrivibile in qualche modo all’inconscio psicanalitico. Si entra così all’interno di una dimensione vastissima e non etichettabile a parole dove si realizzano cose che riteniamo impossibili; l’impossibilità è tale per la nostra mente razionale che classifica, definisce, inquadra, mette limiti.

“Vedere il mondo in un granello di sabbia

E il cielo in un fiore di campo,

tenere l’infinito nel palmo della tua mano,

e l’eternità in un’ora.”    (William Blake,  Auguries of Innocence)

Per il Buddismo noi siamo l’universo e l’universo è dentro di noi. Difficile capire questo concetto con la mente razionale, impossibile coglierlo con gli occhi dal momento che percepiamo solo una minima parte dell’universo in cui siamo immersi. Viviamo all’interno di una fra 100 miliardi di galassie sinora scoperte, la Via Lattea è composta da centinaia di miliardi di stelle, fra cui il Sole  che impiega 225 milioni di anni per compiere un’orbita completa intorno al centro della galassia. La Terra è un puntino che ruota su se stesso a migliaia di chilometri orari; dopo il Sole, la stella più vicina è Alfa Centauri a 40.850 miliardi di chilometri di distanza. Le profondità dell’inconscio ci sfuggono, l’infinita vastità dello spazio ci sfugge. I pensieri si muovono dentro di noi come meteore, i ricordi si depositano, sedimentano, si stratificano, tornano a galla. Miliardi di cellule lavorano dentro di noi in un’armonia di inimmaginabile complessità.

Viviamo tempeste di emozioni, possiamo sentirci leggeri come una brezza o pesanti come una stella di neutroni con i suoi 10 milioni di tonnellate per centimetro cubo.

Un’ora può essere eterna e un anno piò scorrere con estrema velocità;  il tempo non è costituito da istanti quantitativamente omogenei che scorrono in un’unica direzione ma piuttosto, come sostenne già  il filosofo H.Bergson, è una “durata “ in cui si associano e confondono memoria del passato, presente e aspettativa del futuro. La relatività del tempo, che può essere percepito in modo diverso ma può scorrere anche in modo differente a seconda delle situazioni,  è un concetto affrontato anche da Einstein.

Una pietra è fatta di atomi, la composizione chimica di base della vita è la stessa: siamo fatti di carbonio, idrogeno, ossigeno.. .come un fiore, un granello di polvere, un pianeta. Ciò che chiamiamo vita comprende l’infinito movimento di spazio e tempo a cui tutti -uomini, animali, alberi, stelle-  siamo soggetti.  Si tratta di un movimento che è trasformazione, vibrazione, energia, ritmo vitale alla base della vita in ogni sua forma.

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SHARE ECONOMY

Postato da il gen 24, 2013 in NOTIZIE INTERESSANTI, RIFARSI UNA VITA | 0 commenti

L’economia della condivisione: per non “parlare” della crisi, ma per “fare” e trovare soluzioni.
L’articolo: http://inchieste.repubblica.it/it/repubblica/rep-it/2013/01/09/news/co-vivere_ai_tempi_della_crisi-48612629/

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I MARITI DELLE ALTRE

Postato da il gen 23, 2013 in CONOSCERE SE STESSE | 0 commenti

Guia Soncini, penna caustica, si occupa del tradimento delle donne nel suo ultimo libro. La sua casa editrice (Rizzoli) lo presenta così. “C’era una volta il sano adulterio – dice l’autrice”. C’erano le scuse balorde tipo “vado alle Maldive con Claudio”, gli “svergognata” mormorati dalle beghine sotto i portici. Ora non più. Nel frattempo ci sono state la “ragazza con la pistola” Monica Vitti e Mrs Robinson nel Laureato, l’eterna quasi-tradita Melania Hamilton di Via col vento e l’emblema della “cornuta consolatoria” Hillary Clinton, le anacronistiche segretarie di Mad Men e l’amante redenta Camilla Parker Bowles.

“OGGI A TRADIRE SONO SOPRATTUTTO LE DONNE – aggiunge Guia – E L’ETERNO TRIANGOLO SI E’ SFASCIATO”. Lui si limita a rimorchiare su Facebook sconosciute con le quali non combinerà mai niente, Lei ha imparato a rendersi irreperibile per un paio d’ore truccando le notifiche dell’iPhone, e l’Altra ha smesso da anni di fingersi affranta in attesa di fianco al telefono. Com’è successo tutto questo? All’improvviso, come sempre accade: “Le cose cambiano di schianto. Un attimo prima sei lì che fai la vittima dei condizionamenti sociali e del grande amore infelice, un attimo dopo sei Ugo Tognazzi”.

In questo libro duro e singolarmente nostalgico, ad alto potenziale di immedesimazione, Guia Soncini guida il lettore in un crescendo che alterna pietre miliari letterarie, cinematografiche e musicali con storie disgraziatamente accadute di casalinghe borghesi in crisi, fidanzati illusi, intellettuali raffinatamente “cornuti”. Alla spietata fenomenologia di vecchi e nuovi tic, materassi e aspirabriciole, che la conferma acuta osservatrice dei costumi, intreccia una vena ferocemente autobiografica che la rivela grande narratrice, capace di distillare con partecipazione mai indulgente l’amaro nettare delle nostre relazioni.

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