Sirene o pantegane?
di CRISTINA BUCRE’
“BACARO JAZZ VENEZIA” Fotografia M.Pinca
Ho sempre immaginato le sirene come delle bellissime creature che si aggirano per i fondali oceanici , sfuggenti e dispettose , che si mostrano a chi gradiscono solo quando decidono loro , per poi scomparire innescando un meccanismo di attesa senza fine nel “malcapitato” di turno . Come ragazze normali , attualissime , truccate , perfette e brillanti che escono per divertirsi e spesso tornano a casa un po’ deluse…
Immagino poi che le sirene , annoiate da acque gelide e poco affollate , attraversino mari e fiumi per fermarsi in acque tranquille , come laghi o lagune , o addirittura stagni. Il tutto finalizzato a stabilire un contatto più approfondito con qualche “eletto” , dopo averlo osservato innumerevoli volte e averne studiato i comportamenti , attirandolo a se con civetteria e vanità .
Ho poi scoperto che effettivamente “esistono” due tipi di sirene , che nella lingua inglese hanno due nomi differenti – sirens e mermaids – , e presentano qualche caratteristica delle due tipologie di “donna” da me assolutamente immaginate dal nulla.
Al di là di tutta l’iconografia e letteratura mitologica che ne rappresenta e descrive minuziosamente le differenze , ho creduto di vedere suffragata la mia teoria nei due quadri di John William Waterhouse .
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