DAL SOUTH CAROLINA AL VERDE DELL’ IRLANDA…E DI CHICAGO
…per il Saint Patrick’s Day di oggi, festa di origine cristiana che si celebra il 17 marzo di ogni anno in onore di San Patrizio, patrono dell’Irlanda. E’ festa nazionale nella Repubblica d’Irlanda, ma celebrazioni vengono fatte anche nell’isola di Montserrat, in Canada, nel Regno Unito, in Australia, negli Stati Uniti d’America, in Argentina, in Nuova Zelanda e in Italia, nel piacentino a Bobbio, Caorso, Grazzano Visconti ed anche a San Sebastiano dei Marsi, dove sfilano le caratteristiche parate “verdi”.Le più famose nel mondo sono, oltre che a Dublino, Montreal (la più’ grande del mondo dopo quella di Dublino), New York, Chicago, Boston e anche a San Sebastiano dei Marsi, in Italia. Le celebrazioni sono generalmente incentrate su tutto ciò che abbia a che fare con l’Irlanda e il verde (simbolo dell’isola). In questo giorno infatti si suole mangiare cibo di quel colore, vestirsi della stessa tonalità e munirsi di trifoglio.
Anche il fiume a Chicago viene tinto di verde…
CHICAGO, IL – MARCH 17: Cynara Martin stands on the Columbus Drive bridge as members of the plumbers’ union dye the Chicago River green for St. Patrick’s Day on March 17, 2012 in Chicago, Illinois. The River was first dyed green in 1962 and has become a St. Patrick’s Day tradition in Chicago. (Photo by Brian Kersey/Getty Images)
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DITELO CON I FIORI
Marzo è iniziato con un’esplosione di fiori: nei mercati, nei negozi raffinati ,anche al supermercato. Un mazzo di fiori costa poco ma porta la bellezza in casa, rende elegante e allegra una tavola o un mobile. Ma ci chiediamo: se a Natale mettiamo sulla porta d’ingresso una corona di agrifoglio, vischio e bacche rosse, non potremmo farlo anche adesso per dire alla primavera che non vediamo l’ora che arrivi? Quarantenni Più, vi sembra bizzarro?
ContinuaNUOVO E’ SEMPRE BELLO?
La storia è sempre la stessa. C’è un quartiere degradato: pareti scrostate, malavita, prostitute e clienti, magazzini e commerci di ogni genere, notti ubriache, scarichi rumorosi all’alba da navi o da camion. Un mondo parallelo, spesso nascosto. Quel quartiere (Jack lo squartatore agiva in una zona simile, a Londra) è vicolo posteriore delle città, l’anima “dark” di luoghi che lo spirito borghese dell’800 e ’900 (tutto facciate importanti, viali e boulevard) ha voluto nascondere alla vista.
Ebbene il “Meatpacking District a New York era così: un inferno di vitalità, quarti di bue, metropolitana sferragliante e sospesa, gente viva e gente morta. Da un po’ di tempo è diventato un quartiere “cool” (un San Salvario torinese, una Zona Tortona milanese o un Testaccio romano, per capirci). Qui arriverà il Whitney Museum (che stava nell’Upper East Side: quartiere alla Sex and the City,) il museo che raccoglie i capolavori dell’arte americana contemporanea. Il nuovoWhitney è firmato da Renzo Piano che lo ha definito: “Un meteorite caduto dal cielo, che giace su un supporto di vetro”. Ma questo ha sollevato polemiche. Dov’è lo” spirito del luogo”? si è chiesto il New York Times in un articolo abbastanza duro. Che ci fa questa scatola di vetro e acciaio asettica in un quartiere che aveva una meravigliosa atmosfera fuligginosa da waterfront industriale dei primi del ‘900, a cui gli anni ’90 hanno poi cucito addosso una patina trendy? Che ne è della “vibe” del Meatpack?
Il mondo sta cambiando, anche l’estetica e la percezione delle città e dell’uomo che ci vive. Se negli anni ’90 era normale che lungo il Tamigi palazzi in vetro cemento per fighetti-chic prendessero il posto di vecchi magazzini e depositi, forse ora è il momento di ripensare a questo processo che (come succede in Cina drammaticamente) cancella la memoria inseguendo un “nuovo” che sembra asettico come un detergente intimo.
by Grey(hound)
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