Rod Stewart / Stevie Nicks
Rod Stewart / Stevie Nicks
Madison Square Garden, New York 26 marzo 2011
di Marco Ledda
Quando, a metà gennaio, venne comunicato alla stampa che Rod Stewart e Stevie Nicks avrebbero tenuto una ventina di concerti insieme in giro per gli U.S.A. tra marzo e aprile, fu subito chiaro che questo sarebbe stato uno degli eventi imperdibili, musicalmente parlando, del 2011.
E che i newyorkesi fossero eccitati dall’idea di vedere sullo stesso palco, nella stessa serata, due tra le icone più amate degli ultimi 40 anni, venne confermata dopo poche settimane : sold out la data del 26 marzo e quindi necessaria una serata aggiuntiva per il 6 di aprile.
Quando, alle 19.30 in punto, si spengono le luci, il colpo d’occhio è notevole.
Sale per prima sul palco la voce dei Fleetwood Mac, contornata da una band di musicisti, tra cui il fedele chitarrista Waddy Watchel più due coriste. L’apertura è con Fall from Grace, dall’album Trouble in Shangri-La, seguita da Secret love, il nuovo singolo dall’album in uscita a maggio.
Applausi convinti, certo, ma nulla rispetto al boato che accoglie le prime note di Dreams, dal leggendario Rumours dei Fleetwood Mac.
Come una vera star Stevie si ritira in un camerino nel retropalco per numerosi cambi d’abito, mentre la scaletta propone pezzi vecchi e nuovi, dagli album solisti (ma non, chissà perché, la Stop draggin’my heart around composta con Tom Petty) ma, soprattutto, dal repertorio Fleetwood, Gold Dust woman, Landslide e Rhiannon.
Chiusura con Love is, per voce e piano, con un’interpretazione da brivido della sempreverde Stevie.
Dopo un rapido cambio di scena, ecco salire sul palco Rod Stewart, al suo 42° concerto al Madison (Elton John, primo nella speciale classifica, vi si è esibito 53 volte). Parafrasando un vecchio spot, 66 anni e non sentirli, vista la vitalità con cui lo scozzese si muove sul palco. D’altronde è diventato nuovamente padre, solo 6 settimane fa, del piccolo Aiden.
La set list è una specie di greatest hits della carriera dello scozzese, da Tonight’s the night a The first cut is the deepest, da Love train a Maggie May.
Alcune canzoni ricordano il primo amore di Rod, il football (soccer, come lo chiamano qui) You’re in my heart, dedicata al Celtic Glasgow, in cui il nostro ha militato da giovanissimo, e Hot legs, con tanto di palloni calciati verso il pubblico adorante.
Ad un certo punto sale nuovamente sul palco anche Stevie Nicks, e sono duetti su Passion e Young turks, duetti in cui Rod è chiaramente il padrone di casa e Stevie, un po’spaesata, l’ospite.
Grande spazio per tutti i componenti della band, lasciati soli per una Proud Mary rhythm’n’blues con la sezione fiati in primo piano.
Dopo tre ore e mezza di spettacolo complessivo, chiusura con Do ya think I’m sexy e tutti verso casa nella gelida serata di Manhattan.
In definitiva il britannico Rod Stewart confeziona uno show più americano che mai, ed è forse questa una delle ragioni del grande amore, che continua, con il pubblico newyorchese.
Che il record di Elton John corra qualche pericolo?
style drum & bass and some real techy glitch-hop. I don’t like simple, lets put it that way!4. How long have you been mixing and producing now?