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Sulla barca …lungo il fiume….

di Cristina Bucrè

 

Raramente avevo percepito in passato una tale tristezza e rassegnazione in un volto giovane,bello e tanto attuale nei suoi tratti.

Una ragazza vestita in perfetto stile hippie che scivola lungo un fiume  dall’aria stagnante, tenendo una catena con una presa leggera, paralizzata nella sua imbarcazione, interamente rivestita da una coperta patchwork , con delle candele che bruciano e l’espressione attonita ed assente….

La bellezza, l’armonia, i colori e l’intensità del dramma percepibile ma non urlato  di quest’opera mi hanno conquistata ancora prima di conoscerne la storia.

Il preraffaellita John William Waterhouse ha voluto così rappresentare nel 1888 la dama di Shalot, alla deriva sulla sua imbarcazione funebre,in fuga da una  torre in prossimità di Camelot,prigioniera di una maledizione che la costringeva a guardare il mondo esterno riflesso negli specchi,altrimenti non sarebbe sopravvissuta.

Optò per uscirne e porre fine alla sua esistenza,spegnendosi lentamente….

Quest’opera rappresentò a lungo,simbolicamente,il dilemma degli artisti…se godersi la vita immergendocisi completamente ,o creare una rappresentazione per celebrare la vita stessa,osservandola ” da lontano”

Mi sono idealmente appropriata di quest’opera quando,tempo fa,sono entrata nella ” mia torre” e ho deciso di osservare il mondo “riflesso negli specchi”.

La pienezza della mia vita mi aveva regalato un livello di soddisfazione difficile da superare(relativamente ai miei obiettivi),ma anche noia,desiderio di introspezione e necessità di creare qualcosa che rappresentasse la Cristina Bucrè che non conosceva nessuno.

Così ho deciso di raccogliere la fantasia e creatività infantili che ho conservato fino ad oggi,la passione per i materiali plasmabili,il gusto per i dettagli e per gli accostamenti sviluppato e affinato durante l’esperienza nel campo della moda,i colori della natura e dell’umanità…immagini che mi sono rimaste negli occhi dopo aver visto tutto il mondo, e il mio universo onirico e visionario.

Ho unito la mia passione per alcune opere dei grandi maestri e per epoche storiche ben precise, l’amore per la bellezza intesa come armonia,eleganza,giuste proporzioni,raffinatezza,buon gusto e tatto,inteso sia come volontà di non creare opere fastidiose alla vista,di cattivo gusto o volgari,sia come percezione sensoriale…

Come un alchimista , ho unito gli  elementi e mi sono messa all’opera…

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