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Morgan ospite al 25° Salone Internazionale del Libro a Torino

 

di Valentina

Morgan ha partecipato in qualità di ospite alla presentazione del libro ” Dove io non sono” pubblicato da Bompiani, prima opera letteraria della giornalista e conduttrice televisiva Ilaria D’Amico.

Un incontro dominato dalla personalità di Morgan, brillante commentatore, che ha sottolineato le analogie esistenti tra il personaggio e la sua vita, poiché il protagonista del libro è un musicista degli anni Sessanta che vive , dice la D’Amico, un “male di vivere indefinibile”.

“Io mi ritrovo in questo libro…e trovarsi ben descritti “ afferma Morgan “ è una sorpresa, ma è anche spaventoso  perché sembra di essere osservati” e – citando Tenco –“ Vorrei sapere cosa vedono  gli altri guardando me, ma purtroppo resterei deluso“.

Questa similitudine ha dato modo  all’artista di ricordare episodi legati al suo passato, la chitarra “assassina” regalatagli dal padre, che lo guarda tutte le sere quando cade sul divano dopo aver fatto l’amore col pianoforte. Ha poi citato grandi autori, alcuni maestri  per la  sua crescita artistica, fra tutti Carmelo Bene, Emil Cioran, Fabrizio De Andrè :“Carmelo Bene mi ha insegnato il valore della s-privativa, e due termini  mi piacciono in questo libro, s-perdermi e s-comporre…… questo secondo me è il romanzo del non luogo, dell’assenza, dei momenti con la s-privativa e la privazione mi interessa.  Ed è anche un romanzo di deformazione ..  di momenti di dispersione”.

La similitudine tra Morgan e il personaggio viene però mitigata e controllata prima da Ranieri Polese, moderatore dell’incontro: “Senza svelare il finale del libro, che  non è proprio da definire positivo, l’idea che Marco si identifichi totalmente diventa un interessante fattore di rischio…Epicuro parla della morte dicendo di non avere paura della morte perché -Dove c’è la morte io non ci sono, e dove io ci sono non c’è la morte-“

Polese prosegue dicendo che questo romanzo è una sorta di lunga progressione verso uno stato dell’esistere in cui uno potrà dire veramente “ lì io non ci sono”.

Polese aggiunge che si può sparire anche in tanti altri modi e il protagonista ne ha provati parecchi…lasciando un gruppo, vivendo un amore totalizzante, e poi finito, per una donna per la quale ha abbandonato tutto…

In seguito anche la D’Amico puntualizza: “La musica è una parte importante del libro, ma il fatto che il protagonista sia un musicista è un pretesto perché mi aiutava a descrivere di più  la psicologia di quest´uomo che è anche un musicista, ma non solo… La parte in cui io ho cercato di lavorare sulle parole era quella dove l’aggettivo raccontava il modo di essere e di non essere in quel momento”. L’autrice sottolinea inoltre che il problema del protagonista è di avere ambizioni troppo grandi che lo portano a effettuare scelte rinunciatarie, prima di trovare il coraggio di inseguire il suo progetto.

A questo punto Morgan seguendo il leitmotiv della serata interviene, affermando che solo il protagonista non riesce a realizzare i propri progetti, mentre ci riescono tutti quelli che si ispirano a lui e ironicamente dice alla D’Amico:”Se è riuscito a farti scrivere questo romanzo vuol dire che è un grande..è qualcosa di concreto che potete comprare , non un progetto ideale in un hard disk…”

“Sono rari i romanzi con personaggi musicisti” afferma il moderatore,  ma il Castoldi cita subito il libro di Anna Mittone “Quasi quasi m’ innamoro” centrato proprio sulla sua figura, poiché la protagonista si innamora di Morgan e vive la sua vita fantasticando su questo amore.

Ma si ritorna comunque sempre sulle similitudini quando l’ autrice spiega: “Il bisogno del protagonista è di essere altrove…”

E Morgan, forse in un “delirio di onnipresenza”: “Cioè vuole perdersi nel mondo, anche se sprofonda…..”

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