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Foxy Shazam

di Marco Ledda

 

Un articolo su una rivista specializzata di settore attira la mia attenzione. Le prime righe profetizzano che nel 2029, ovvero la prima data utile dopo una carriera almeno venticinquennale, i Foxy Shazam saranno introdotti nella rock’n’roll hall of fame …

Dapprima informarsi!

Apprendo da Wikipedia che i Foxy Shazam sono una band proveniente da Cincinnati, formata dal classico quintetto voce-chitarra-basso-tastiere-batteria e, strano ma vero, tromba.

Hanno suonato durante il Superbowl 2011, quindi, almeno negli USA, proprio sconosciuti non sono, anche se il successo planetario è là da venire.

Dopo un primo album autoprodotto nel 2004, firmano per la Sire e, a ritmo biennale, escono Introducing Foxy Shazam (2008), Foxy Shazam (2010) e The church of rock’n’roll (gennaio 2012) prodotto da Justin Hawkins dei Darkness.

Mi procuro quest’ultimo e inizio l’ascolto.

Welcome to the church of rock’n’roll ricorda i Queen, soprattutto per la voce acuta e sguaiata di Eric Sean Nelly e per le voci sovraincise, anche se l’assolo centrale non è di chitarra ma di tromba.

Non ricordo un trombettista in una rock band dai tempi di Ian Carr e dei suoi Nucleus, ma allora si trattava di un ambito jazz rock.

I like it è una variabile sul tema, questa volta con la chitarra in primo piano e un coro che, in una “chiesa del r’n’r”, non può che suonare gospel..

Holy touch invece è un rock da radio in FM che, oltre alla consueta, curatissima vocalità, è ritmata da un pianoforte honky tonk e da qualche ricordo dei Roxy Music.

Last chance at love è una canzoncina orecchiabile che sembra uscita dalla penna dei 10 cc.

Forever together è una ballata mid-tempo che non stonerebbe nel repertorio degli Stones metà anni ’70, quelli di Black and blue tanto per intendersi, con un testo personale di Nelly, marito e padre di due figli.

(It’s ) Too late baby inizia come un potenziale hit da classifica, luci soffuse, melodia canaglia nei paraggi della Your song di Elton John, per poi evolversi in un crescendo epico con la chitarra di Loren Daniel Turner a tirare il gruppo con note lancinanti.

The temple deve qualcosa ai Metallica più epici e gotici, ed appare probabilmente il pezzo più debole dell’album.

The streets e Freedom chiudono il tutto su toni più soft e intimisti,  in cui risalta l’interpretazione vocale di Eric Sean Nelly, che dimostra capacità interpretative e profondità comunicativa.

Sulla sua pagina Facebook Nelly rivela le sue speranze:  ”I Foxy Shazam non si preoccupano della categoria  in cui possono essere inseriti. Vogliamo suonare per la nostra generazione.

Vogliamo essere la più grande band del mondo. Noi siamo il Michael Jordan del Rock N ‘Roll”

Immagino che in tutto ciò ci sia una buona dose di autoironia, anche perché quando qualcuno imbraccia una chitarra o si posiziona davanti ad un microfono sogna sempre di diventare la più grande r’n’r band del mondo.

Ma se dovessi puntare qualche euro sulle possibilità, perlomeno, di entrare nel 2029 nella R’n’r hall of fame, beh, li rischierei volentieri.

Un’anteprima qui…

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