LETTERA ALLA PRIMAVERA (E ALLE RONDINI)
C’è stato il freddo, molto freddo (o, almeno, così ci sembrava). Poi è scoppiato il caldo, un caldo insensato per il periodo. Poi di nuovo freddo e, adesso, sono arrivate le rondini. Hanno un suono felice, volano a strappi con virate azzardate e improvvise.
Viste da terra sembrano aerei impazziti. E hanno quel suono stridulo che sembra promettere qualcosa di bello.
Le rondini, insomma, sono una specie di promessa di felicità. Bisognerebbe avere la pazienza di sedersi su una panchina, mentre il sole cala, per guardarle e ascoltarle. La serata (qualsiasi serata) sembrerebbe più bella.