Disturbo Post-Traumatico da stress
Dott.ssa Anna Brignolo
Parlare di Disturbo Post-traumatico da Stress significa affrontare il complesso argomento relativo a traumi fisici e psichici, subiti o assistiti e delle conseguenze, che inevitabilmente ricadono su corpo e mente. Gli eventi traumatici possono avere caratteristiche diverse, ma devono essere accomunati dal criterio di intensità e dal conseguente senso di impotenza che si avverte per l’incapacità ad aiutare sé stessi o la persona coinvolta a uscire da una determinata condizione. Esempi di situazioni traumatiche sono: la perdita improvvisa di una persona cara, un incidente stradale grave, la diagnosi di una malattia che può compromettere l’abituale stile di vita, una rapina o un furto, un incidente domestico di particolare gravità. Meritano una trattazione separata, non perché diversi, ma in quanto più importanti, i “traumi femminili”, derivanti da violenze fisiche e psicologiche subite o assistite all’interno delle mura domestiche o fuori casa.
Questi traumi spesso non sono denunciati per vergogna o al più per paura, ma comportano, se non adeguatamente trattati, sequele fisiche e psicologiche talvolta gravi e, nel lungo periodo, il ripetere situazioni violente su di sé e verso gli altri. I sintomi del Disturbo Post-traumatico da Stress colpiscono solitamente tre funzioni psichiche: cognitiva, affettiva e istintiva, oltre ai danni sul corpo. Inoltre le persone che vivono o hanno subito recentemente un trauma vivono in uno stato di coscienza alterato con difficoltà di attenzione e di concentrazione, vuoti di memoria, presentano un appiattimento affettivo cioè difficoltà di coinvolgimento in situazioni ritenute, prima dell’evento, piacevoli, insonnia o al contrario ipersonnia. Questa situazione viene definita Disturbo Acuto da Stress per la corrispondenza tra evento accaduto e sintomi clinici, passa spontaneamente entro un mese, ma in taluni casi necessita di adeguato trattamento. Se invece il trauma è stato particolarmente grave e ha causato una brusca frattura nella vita della persona o la stessa si trovava, al momento del fatto, in uno stato di particolare vulnerabilità si possono manifestare sintomi del Disturbo Post-Traumatico da Stress. La presentazione clinica si caratterizza da:
1)sintomi di ri-esperienza, in cui il soggetto rivive attraverso incubi, flashback o immagini visive il fatto accaduto. Questo comporta uno stato di intensa paura come se stesse nuovamente per accadere l’evento traumatico;
2)sintomi di evitamento, in cui la persona evita accuratamente dei luoghi o delle circostanze in cui è facile il potersi verificare dell’evento. Questo sintomo può diventare anche molto invalidante per la persona, che si trova costretta a casa per giornate intere, in stato di completo isolamento, per paura del ripetersi dell’evento;
3) sintomi di iper-attività del sistema nervoso autonomo, con stati intensi di ansia che si può esprimere con timori eccessivi o con sintomi fisici, per cui il soggetto accuserà palpitazioni, sensazione di cuore in gola, vertigini, principi di svenimento, disordini gastrici e intestinali e sintomi pseudo-neurologici (formicolii alle gambe, braccia, mani, area peri-buccale e nucale).
I segni che si evidenziano a livello fisico sono una elevata concentrazione di Cortisolo nel sangue, che è risaputo essere il “Mediatore dello Stess”. Inoltre è possibile un dimagrimento dovuto o ad un aumento del metabolismo o ad inappetenza a seguito del trauma. Ho citato poco sopra la presenza di incubi notturni, ma anche insonnia e raramente eccessiva sonnolenza.
La presenza di tutti questi sintomi in uno stesso soggetto non deve fare spaventare, è la normale conseguenza di un trauma grave o di micro-traumi ripetuti nel tempo. È bene dire che l’organismo ha in sé la capacità di mantenere uno stato di equilibrio, quando eventi esterni o interni hanno cercato o cercano di mettere a dura prova questo sistema. Dal disturbo si guarisce completamente, ma è necessario seguire un opportuno trattamento farmacologico e psicoterapico.
Per meglio specificare, il trattamento farmacologico sarà da preferire nella prima parte del disturbo per ritrovare quel margine di serenità e autonomia persa dal trauma. In un secondo tempo, dell’ordine di alcune settimane, sarà indispensabile iniziare una psicoterapia individuale per affrontare, insieme al terapeuta, gli aspetti profondi e più strettamente connessi all’evento traumatico.